L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Sta riscuotendo particolare interesse e curiosità il presunto UFO fotografato a fine gennaio su Mount's Bay, una vasta baia della Cornovaglia che si affaccia sul canale della Manica.
Autore di questo suggestivo scatto è Michael Potter, un appassionato di fotografia residente nella piccola località di Penzance (UK).
L'immagine ha fatto velocemente il giro del web, con somma sorpresa dello stesso Potter, attraverso i primi articoli pubblicati dal Mirror e dal Dailymail, nei quali sono state subito proposte alcune ipotesi senza uno specifico approfondimento del caso: una meteora, un bolide o, per i più audaci, un oggetto volante non identificato.
Sta di fatto che nessun'altra testimonianza è giunta nelle redazioni inglesi per confermare tale avvistamento e, particolare molto significativo, il sig. Potter si è accorto dell'intruso solo dopo aver scaricato le foto sul suo computer il che escluderebbe le congetture riportate dai media inglesi, tenuto conto che una meteora o bolide difficilmente solcano il cielo senza farsi notare.
Che cosa ha quindi fotografato Michael Potter? Sono riuscito a raggiungerlo via facebook per farmi spedire le immagini originali.
Una prima ipotesi da formulare è relativa all'effetto flashburn, termine inserito nel glossario del fototecnico e consulente del CISU Paolo Bertotti (Photobuster) per determinare una specifica casistica di alcuni avvistamenti UFO. Riporto qualche esempio dell'effetto flashburn per un raffronto con l'anomalia dell'immagine in questione:
Un effetto, quello del flashburn, ipotizzabile solo se, come spesso spiegato anche da Photobuster, la fotografia è stata scattata con il flash.
Altre ipotesi sviluppate nella discussione del forum sono comunque da prendere in considerazione, come quella del riflesso (in gergo lens flare) generatosi all'interno dell'ottica della fotocamera, per via del controluce ed a causa anche della stessa ottica probabilmente sporca: si notano infatti aloni e striature oblique che in un primo momento hanno anche fatto ipotizzare che Michael Potter avesse scattato la foto dietro un vetro, producendo il riflesso sullo stesso.
Per stabilire qualche punto certo sulla natura dell'anomalia e per includere o scartare alcune ipotesi, sono riuscito a contattare Michael Potter in privato attraverso il suo profilo facebook il quale mi ha gentilmente riscontrato in tempi brevi, inviandomi quattro scatti originali (inclusa la foto qui discussa) e confermandomi che le foto sarebbero state scattate all'aperto facendo quindi anche momentaneamente decadere l'idea che un vetro posto davanti all'obbiettivo avesse generato quell'artefatto.
Questa la risposta del sig. Potter:
Hi Scott,I have forwarded the images taken at Mount's Bay,it was a brief diversion as I was on my way to Praa Sands to take pictures,#148 is the image in question,#149 1 minute later and #150 1 minute after #149.#151 seconds later. I use a Panasonic DMC-FZ72 Camera .The picture was taken outdoors. Michael
A seguire ecco l'immagine originale con la disponibilità degli Exif:
e le successive tre foto scattate appena un minuto dopo, nelle quali invece nulla risulta che possa dar credito all'ipotesi di una mateora o bolide:
Dalla lettura degli Exif si apprende che le foto sono state scattate senza flash, per cui l'ipotesi dell'effetto flashburn decade definitivamente.
Scartando anche, per le ragioni sopra esposte, il passaggio di una meteora o bolide non resta che verificare se le condizioni di controluce e/o di un'ottica sporca abbiano potuto generare quel particolare riflesso.
Per appurarlo ho chiesto assistenza a Paolo Bertotti a cui ho trasmesso le foto. Riporto di seguito i punti salienti della sua prima valutazione partendo dall'immagine contrastata della foto in esame per evidenziare alcune peculiarità:
- a differenza della successive tre foto, la prima in esame presenta delle evidenti striature oblique, molto nette, che non possono giustificare l'ottica sporca della fotocamera;
- il colore della foto (considerati tempi/diaframmi/focale identici per le altre immagini) indica che la stessa è stata scattata dietro un vetro;
Le osservazioni di Bertotti e le evidenti striature risaltate dall'immagine contrastata non lasciano dubbi: la foto sarebbe stata scattata attraverso un vetro.
Possibile che Michael Potter non ne abbia fatto menzione? Ho provato a ricontattarlo e, a differenza della prima risposta in cui mi confermava tutti gli scatti effettuati all'aperto, davanti a queste evidenze non ne era più sicuro replicandomi in questo modo (gli sono grato per l'onestà e la buona fede dimostrata):
It is possible that I took the first picture through the windscreen but that is not my memory. I am pretty sure that all the photographs were taken outside the car. Michael
Ecco che quindi si presenta l'ennesimo episodio in cui una evidenza fotografica confligge con ciò che è nel ricordo del
testimone (anche se tecnicamente non lo è non avendo egli assistito ad alcun evento). Il sig. Potter ricordava che tutte le foto erano state scattate all'aperto ma, postagli l'evidenza
delle striature e di altri rilievi non presenti negli scatti successivi prodotti certamente all'aperto, ha cominciato a dubitare ritenendo possibile che la prima foto fosse stata fatta in
auto, dietro il parabrezza, sebbene non ne abbia memoria. Possibile?
A questo punto, inutile girarci intorno, è per me certo - anche sulla base delle prime analisi prodotte da Paolo Bertotti - che la foto è stata scattata attraverso il parabrezza dell'auto, e si sa bene che un vetro posto davanti ad un obbiettivo fotografico compromette pesantemente la genuinità del soggetto o scenario fotografato.
Pertanto, da cosa potrebbe essere stata generata la scia fotografata dal sig. Potter? Una insolita striatura del parabrezza
oppure il riflesso di un particolare od accessorio posto all'interno all'abitacolo?
La spiegazione (o ipotesi più accreditata) verrà fornita da Paolo Bertotti che, appena possibile, svilupperà le analisi del caso
pubblicandole sul suo blog e che saranno oggetto di un aggiornamento del presente articolo.
Aggiornamento
Paolo Bertotti ha pubblicato il suo articolo. Riporto le conclusioni sulla natura dell'anomalia fotografata da Michael Potter:
Abbiamo quindi due spiegazioni finali.
A-l' oggetto è del semplice sporco sul parabrezza che ha generato l' effetto luminoso per via della diffrazione (un semplice insetto spiaccicato in velocità, con relativa "strisciata" di
liquidi)
B-l' oggetto è un riflesso generato da un particolare metallico del cruscotto.
Prendendo atto che l' oggetto ha un fattore di sfocatura identico alle striature diagonali, propendo sicuramente per la prima spiegazione e cioè che l' oggetto sia semplicemente dello sporco
sul parabrezza.
E questo con uno scarto (ahimè!) del 90% per la spiegazione A,
il restante 10% è da riservare alla spiegazione B.
Questo perché non abbiamo la possibilità di verificare la reale distanza della fotocamera rispetto al vetro dell' auto al momento dello scatto.
In ogni caso sarebbe da verificare se all' interno dell' auto del Sig. Potter nella parte alta del cruscotto o sulle portiere sono presenti particolari metallici compatibili che potrebbero
far propendere per la spiegazione A....
Ma di una cosa sono sicuro: quello non è di certo un oggetto volante non identificato.