Il titolo di questo articolo che vi accingete a leggere non è farina del mio sacco, l'ho preso in prestito da un interessante (lo ritengo tale) scritto redatto dall'ufologo Giuseppe Stilo e pubblicato nell'ultimo numero (43) della
rivista ufficiale del C.I.S.U. (Centro Italiano Studi Ufologici): quale sarà il futuro dell'Ufologia? Come rafforzarne l'orientamento scientifico e in che modo è possibile
coinvolgere le nuove leve da formare spiegando loro i criteri, le modalità operative e fondamenti teorici ed etici di questa affascinante disciplina?
Nelle tre pagine scritte da Giuseppe Stilo ho voluto estrapolare e commentare alcuni passaggi che reputo degli ottimi spunti di riflessione sia per gli addetti ai lavori, sia per gli appassionati
che desiderano avvicinarsi allo studio serio del fenomeno UFO prendendo distanze da qualsiasi convinzione pseudoscientifica, irrazionalistica o volta a
minare le fondamenta di una concezione della realtà basata sull’evidenza dei fatti e della verifica degli stessi (tratto dal Chi siamo del sito CISU).
Non credo sia un mistero: pur non facendo parte di alcuna compagine ufologica, ho sempre ritenuto il CISU quella che meglio rappresenta il mio modo di vedere e fare Ufologia, grazie ai membri della stessa associazione con cui a volte ho avuto il piacere e privilegio di scambiare qualche opinione attraverso i canali social. A tal proposito vorrei ricordare che il CISU, oltre ad avere un nuovo sito, dispone anche di un profilo ufficiale Twitter costantemente aggiornato e da cui si possono anche apprendere le date di pubblicazione della Rivista di Informazione Ufologica, di cui una piccola parte è scaricabile gratuitamente qui.
Nel n. 43 della citata rivista, Giuseppe Stilo ha presentato un suo scritto (pp. 44, 45 e 46) che, ci tiene a precisare, non rappresenta l’opinione del CISU, ma quella di un suo
membro. Se avete modo di procurarvi la rivista resterete particolarmente colpiti dalle riflessioni offerte da Stilo. Ecco qualche passaggio che ho molto apprezzato e che desidero commentare con alcune mie riflessioni.
Lo ritengo uno dei passaggi che trovo più interessanti con cui Giuseppe Stilo esordisce, con una trasparenza che difficilmente si riscontra in questo ambiente.
Quanto di voi conoscono ufologi, o sedicenti tali, che per il solo fatto di appellarsi in tal modo si ritengono conoscitori della materia e di tutte le branche racchiuse in essa? Sembra riduttivo e banale, ma personalmente ho più volte letto e sentito dire, verso chi poneva dubbi su un avvistamento UFO, rispondere "è un UFO perché lo dice un ufologo".
Allo stesso modo, Giuseppe Stilo esorta gli appartenenti al CISU di non adagiarsi più sul fatto che tanti di noi riconoscono in tale associazione serietà e razionalità, ma di operare affinché queste qualità emergano in ogni attività promossa dal CISU.
Ed è proprio la ricerca dei fatti, unita anche ai nuovi strumenti di indagine messi a disposizione dell'inquirente, che il GEIPAN, il piccolo organismo di studio sugli UFO del Centro Nazionale di Studi Spaziali francese, ha rivisto al ribasso il totale dei casi classificati secondo i propri criteri come “D”, ossia come non identificati, dopo adeguata indagine: scesi da 234 a 169 come ci racconta lo stesso Stilo in questo recente articolo pubblicato sul sito del CISU.
Credo sia questa la strada giusta da percorrere: rivedere, con le attuali tecnologie, i casi storici che un tempo furono classificati come inspiegabili. L'Ufologia seria non può prescindere da questa importante scrematura e, francamente, rispetto al GEIPAN, non ricordo altre associazioni ufologiche che hanno rivisitato i loro casi o che abbiano espresso la volontà di farlo, al contrario: molte di esse propongono e ripropongono da anni casi risolti.
Beh, mi pare chiaro che una disciplina ancora oggi così tanto discussa e borderline come l'Ufologia abbia, da sempre, attirato chi cerca in essa un particolare appagamento che spesso oltrepassa il semplice concetto di avvistamento UFO: alcuni si rifugiano in essa per esigenze spirituali (o religiose), alla ricerca di una nuova entità da divinizzare, alla quale chiedere le origini della vita; altri vi approdano per dare un senso alla propria visione cospirazionista del mondo e del Sistema che lo governa; altri ancora vedono nell'Ufologia un'occasione di riscatto perchè, inutile dirlo, diventare ufologi, addotti, contattisti o contattati, è facile e crea un avvilente consenso. Ancora una volta è gratificante riscontrare che a questi soggetti non sarà mai permesso di entrare nel CISU o farne parte in qualche forma, anche indiretta.
In tanti sono ancora legatissimi alla vecchia scuola, al vecchio modo di osservare e fare Ufologia attraverso l'attività dei suoi rappresentanti, abituati a quella che era la tradizionale editoria ufologica.
L'avvento di internet e dei social network ha generato a mio avviso un graduale distacco di una certa classe di ufologi verso questo nuovo modo di partecipare alla tematica, anche a causa di quei tipici botta & risposta che si leggono sugli stessi Social a volte degenerati in accesi scontri virtuali lasciando, da una parte, il lettore in uno stato di totale confusione e, dall'altra, l'ufologo serio alquanto disgustato.
Basterebbe, infatti, ricordare in che modo questa minoranza (sperando cresca e si rafforzi) sia riuscita a risolvere numerosi casi ritenuti, da certi esperti, non spiegabili. Mi tornano alla mente due episodi che riepilogo brevemente:
1) le immagini del presunto alieno di Roswell mummificato, presentato come tale da Jaime Maussan, la cui origine fu invece esposta in breve tempo dal gruppo di esperti riuniti nella sigla RSRG (The Roswell Slides Research Group) ed a cui dedicai più di un articolo;
2) lo strano oggetto volante filmato da un elicottero della Marina cilena, ritenuto non identificato dal CEFAA (che indagò sul caso per ben due anni), risolto invece in cinque giorni dal team di Metabunk dell'esperto Mick West. A tal proposito lo stesso West ha pubblicato questo interessante articolo in cui richiama l'esigenza di un attento crowdsourcing utile per le investigazioni ufologiche. Approfitto, inoltre, per ringraziare Giuseppe Stilo che ha voluto citare anche me e questo sito (oltre Gilles Fernandez e Sofia Lincos) in tale coorte.
Parole sante.
Nella mia breve attività (vi ricordo che questo sito è nato nel dicembre 2013) ho perso il conto dei tanti ufologi nati da un giorno all'altro, accolti dall'uno o l'altro centro ufologico, per diventare un loro degno rappresentante, intraprendendo così una carriera di ricercatore, analista, conferenziere, scrittore o quel che passa il convento. Il tutto nato, quasi sempre, da un banale avvistamento UFO spiegabile ma ritenuto dal testimone di turno come un evento epocale, intralciato dagli insopportabili scettici ed apprezzato da quelle associazioni dove tutto fa sempre brodo. Ed ecco che negli ultimi anni abbiamo purtroppo assistito alla nascita della créme de la créma dei cialtroni dell'Ufologia moderna: gente totalmente impreparata ed incapace non solo nel campo in cui si atteggiano ad essere competenti, ma fortemente ignoranti anche delle basi che dovrebbero distinguere un uomo da una capra, come la (non) conoscenza della lingua italiana (certi "scrittii" avrebbero imbarazzato persino Tinto Brass), fino alla totale incompetenza di base dimostrata in campo fotografico, astronomico e altre discipline necessarie per una seria indagine ufologica. Gravi incompetenze che hanno purtroppo generato dei veri e propri abomini.
Studiare, imparare e fare propri questi strumenti.
Sono d'accordo. Diversamente, anche il più autorevole ed esperto ufologo potrebbe incappare, in buona fede, in madornali errori di identificazione.
È, inoltre, condivisibile l'invito di Giuseppe Stilo a concentrare ogni sforzo sui casi più interessanti, quelli sopravvissuti ad una prima verifica. Impossibile, pertanto, investire tempo e risorse sull'ennesimo lens flare, blurfo, lanterna cinese o astro che sia.
Dal mio punto di vista, anche sulla base della mia modesta esperienza, ho potuto constatare come presunti eventi ufologici rientranti in una delle precedenti citate categorie (un riflesso, un insetto, un volatile, un pianeta, ecc.) siano stati portati all'attenzione mediatica da quotidiani di rilievo nazionale e internazionale, creando un caso sulla base del nulla e generando, di conseguenza, un'errata percezione (e statistica) del fenomeno UFO. Dunque, che cosa è opportuno fare? Tralasciare queste assurdità o tentare comunque di fare chiarezza?
Lo scritto di Giuseppe Stilo si conclude con un appello, che accolgo e vorrei estendere anch'io, nel mio piccolo, attraverso questa pagina: «Voi che mi leggete ve la sentite di sostenere in modo concreto questa bozza di progetto per l'ufologia scientifica del 2020?».